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Voglia di tornare a gareggiare dopo la Strade Bianche, tanta voglia, anche se la forma non c’è e forse per un bel pò nemmeno arriverà 🙂 Di gran fondo ce ne sono tantissime, c’è l’imbarazzo della scelta, ma non sono poi molte quelle che hanno un fascino particolare. L’occhio cade sulla De Rosa Gran Fondo Firenze. Impossibile resistere al richiamo dei paesaggi toscani……
Bene, si parte, in condizioni fisicamente imbarazzanti ma non conta, senza preparazione la sfida di una corsa è ancor più stimolante.
La settimana che precede la gara la passiamo con gli amici a guardare le previsioni meteo che cambiano ogni quarto d’ora. Totale incertezza fino alla fine sul meteo e sull’abbigliamento, una cosa assolutamente snervante. La primavera sotto questo punto di vista è assolutamente odiosa.
Solita levataccia, sveglia alle 4:00 e alle 5 in marcia direzione Firenze. Arriviamo, cielo grigio, temperatura abbastanza mite e nuvoloni che minacciano acqua. La scelta dell’abbigliamento rimane un terno al lotto, troppo freddo per un estivo totale e troppo caldo per un giubbino. La soluzione sarebbe un gilet ma pensare di avere una cosa svolazzante in pianura o di dover metterlo e toglierlo al volo in corsa non mi piace per niente.
La scelta ricade allora sulla Cortina Jersey di De Marchi, la parte anteriore antivento e idrorepellente mi permetterà di non coprirmi in discesa e mi garantirà un minimo di protezione se dovesse piovere.
Ok, numero attaccato, chip fissato al telaio, tasche piene tra gel barrette e GoPro, si parte in direzione Piazzale Michelangelo per mettersi in griglia. Una bella pedalata di riscaldamento in compagnia e siamo li.
Quadro fantastico, tremila ciclisti ben ordinati con sullo sfondo Firenze, una scena assolutamente emozionante. Da appassionato di fotografia non posso che invidiare il colpo d’occhio che devono avere i fotografi che sono in cima alla gru e che dieci metri di altezza dominano la piazza. Io mi devo accontentare di alzare il braccio sperando che l’obiettivo della GoPro riesca a riprendere l’oceano di ciclisti e lo skyline di Firenze. Si avvicina il momento dello start, la griglia rossa è popolata di gente tiratissima sotto ogni punto di vista, la mia tattica sarà la solita, farmi portare dalla corrente finchè sarà possibile evitando che gente con molto più gas di me mi travolga 🙂
Pronti, via, si parte per i viali di Firenze a velocità folle, tensione al massimo, solite scene da gran fondo, gente che smadonna, qualche caduta, maleducazione e rischi inutile da parte di molti.
Finalmente arriviamo alla salita che porta a Fiesole, è quasi una liberazione, chi ne ha parte, chi non ne ha è si calma e sale del proprio passo. Ormai non si inventa più niente. Nonostante sia a tutta mi giro per godere del panorama che si apre sotto di noi. Purtroppo per scattare qualche foto al volo non ci sono le condizioni, siamo ancora in tanti, meglio evitare rischi.
La gara scorre velocissima, l’obiettivo è sempre è quello di tenere le ruote del gruppo. Il vento è abbastanza fastidioso e rimanere da soli sarebbe la cosa peggiore.
Il percorso mi piace, sempre veloce, salite non troppo impegnative, discese bellissime e non particolarmente tecniche e soprattutto asfalto P E R F E T T O
Purtroppo ai meno 20 dall’arrivo la benzina finisce e in uno degli ultimi maledetti mangia e bevi perdo le ruote del gruppo. Rimango da solo per qualche chilometro, mi rilasso e mi guardo intorno, purtroppo la giornata è grigia e non si può godere appieno dell’esplosione di colori della primavera, ma pazienza la Toscana è bella anche così.
Arriva il momento di arrampicarsi per l’ultima salita, pedalabile e veloce per chi sta bene, bastarda per chi come me inizia ad avere i crampi. Pazienza, salgo piano, mi guardo intorno, si pedala per una gola immersa nel bosco; veramente molto bella. Ad avere la gamba si salirebbe velocissimi.
Finita la salita si inizia a scendere per andare all’arrivo, discesa bellissima, veloce, curve ampie, asfalto super e l’ inconfondibile paesaggio toscano sullo sfondo, minuti di vero godimento.
Ecco, una svolta secca a dx e poi Via Salviati e l’arrivo. Più facile a dirsi che a farsi….. uno strappo assurdo ripidissimo e abbastanza lungo, reso celebre dal Mondiale di qualche anno fa. Un arrivo strano, forse sotto certi aspetti troppo anonimo per una manifestazione di questo calibro. Immagino però che non sia facile, se non impossibile, predisporre un arrivo in centro .
Comunque anche questa volta la pelle è salva, ritrovo i miei compagni al ristoro finale e ci incamminiamo insieme al parco delle Cascine dove ha sede il villaggio della manifestazione. Il trasferimento non è lunghissimo ed è segnalato benissimo, non c’è rischio di perdersi, noi lo facciamo volutamente perchè una pedalata in centro è d’obbligo. Fortunatamente la tencologia ci viene in aiuto e ci riporta sulla retta via.
Era da molto che non tornavo a Firenze e devo dire che più ci torno e più mi piace. La fatica accumulata è tanta ma la bellezza che ci circonda ce la fa dimenticare. In assoluto è stata la più bella pedalata defaticante che abbia mai fatto.
Qualche foto di rito e si torna alla macchina. Doccia, pasta party ( pasta buonissima, zero fila) e poi a casa.
p.s.: prima gara con la Selle Italia Novus Boost Superflow, promossa a pieni voti. Durante le mie pedalate tranquille ho avuto modo di verificarne il comfort in ogni situazione. In gara invece ho apprezzato molto l’ampia libertà di movimento che consente, necessaria soprattutto quando si è al limite e si va a pedalare in punta in sella.