Ci eravamo lasciati qui, con la prova della gravel bike di Supernova lungo le strade bianche della Valdorcia.
Pedalare lungo gli sterrati toscani, un’esperienza che volevo assolutamente riprovare il prima possibile. Quindi quale migliore occasione se non la Gran Fondo Strade Bianche?
Ok, qual’è la data? 4 Marzo, data cerchiata in rosso sul calendario, il giorno successivo alla gara riservata ai pro. Ci arriverò con pochissimi chilometri nelle gambe ma pazienza, non ho il problema del piazzamento, mi vado a godere i paesaggi e un percorso che sta diventando leggendario.
Leggo un po’ in internet le opinioni di chi ha già partecipato, opinione unanime è che si possa fare tranquillamente con una bici tradizionale preferibilmente con ruote in alluminio e copertoncini da 25… Bene ho solo ruote in carbonio per tubolari e al massimo posso montare un 23. Allora perchè non usare la gravel? Parlo con gli amici di Supernova che mi mettono a disposizione la loro nuova Rocket Carbon, prototipo della bici con cui si stanno avvicinando al carbonio. Decidiamo per un montaggio più orientato alla strada come vuole l’occasione, guarnitura compact 50-32 con pacco pignoni 11-30, copertoncini generosi e ovviamente freni a disco.
Bene, la bici è ok, ma l’abbigliamento? A Marzo potrebbe succedere di tutto, freddo, vento, caldo, acqua. Meglio vestirsi a strati o con un capo polivalente per non avere troppa roba da portarsi appresso. Voglio qualcosa non troppo race oriented, qualcosa di figo, elegante con uno stile un po’ vintge. Grazie a De Marchi Cycling trovo proprio quello che cercavo. La maglia Cortina, antivento e idrorepellente nella parte anteriore e in lana al posteriore per favorire la traspirazione. Una maglia bellissima ed estremamente funzionale che permette di non portarsi dietro nemmeno la mantellina per le discese più fresche.
Sabato 3 Marzo, guardo in tv la gara dei pro, pioggia freddo e fango, tanto fango. Sono sufficientemente preoccupato anche se le previsioni meteo non sembrano affatto male per la domenica.
Domenica 4 Marzo, il gran giorno, sveglia alle 4:30, colazione e si parte direzione Siena. Trovo posto per l’auto in un parcheggio gratuito vicinissimo al villaggio di partenza. La giornata inizia molto bene 🙂
Sbrigo in pochi minuti le pratiche per chip, numero e pacco gara e sono pronto in griglia. Sono tra i primi ad entrare. Dalla Fortezza Medicea si gode di una bellissima vista sul Centro Storico di Siena e questo aiuta un po ad alleggerire la noia dell’attesa. Man mano la griglia si popola, mi guardo attorno e vedo qualche gravel, un paio di mtb e tutte bdc alcune con freni a disco. Gli sguardi si incrociano, molti guardano perplessi i miei ruotoni, inizio a preoccuparmi, non avrò esagerato? Non sarà troppo una gravel per questa gara?
Ore 8:30 pronti via, mi ero ripromesso di partire piano, cosa che ho puntualmente disatteso, partenza velocissima, qualche saliscendi e Garmin che non scende mai sotto i 40 Km/h, fantastico e ho anche ruote cicciotte!! Ecco il primo tratto sterrato, la velocità non scende, il gruppo mi trascina che è una bellezza ma ecco le prime vittime, chi fora, chi deve schivare ogni minima buca, chi perde la borraccia, io posso andare dritto scelgo la mia traiettoria e risalgo agevolmente posizioni. Prima ora di gara chiusa a 38 Km/h di media, non male per chi come me pedala poco e non ha nemmeno il ritmo gara nelle gambe.
Ora inizia la parte più interessante del percorso, i settori più spettacolari, meglio riprendere fiato, godere dei paesaggi e scattare qualche bella foto in corsa. I settori si susseguono, fondo sempre ottimo anche se bagnato, continui sali scendi e scorci mozzafiato.
Il passaggio nelle crete senesi è forse il momento più bello, un tratto sul crinale delle colline con vista su Siena e le sue campagne.
Ultimi 30 km, esigenti, cattivi, strappi durissimi come quello di Colle Pinzuto e di Tolfe, la mente torna a quello che hanno fatto i pro il sabato e come li hanno affrontati 🙂 altra storia…..
Supero indenne tutti i muri ed inizio a pensare all’ultimo km, Via di Santa Caterina, uno strappo terribile prima dell’ingresso in Piazza del Campo. Ormai ci siamo, scatto qualche foto al volo sotto lo striscione dell’ultimo km e fino all’inizio del tratto duro. Salgo con l’unico obbiettivo di non mettere piede a terra, iniziano i crampi ma resisto, sono in cima! E’ fatta! Mi voglio godere l’ingresso in Piazza del Campo, non l’ho mai vista, rallento, mi faccio passare da quelli che avevo dietro, tiro fuori la mia Gopro e inizio a scattare.
La piazza si apre davanti a me, è fantastica! Emozione unica aver conquistato questa vista, pari ad aver scalato una cima dolomitica.
Passo sotto lo striscione d’arrivo, lotto un attimo con i crampi che stanno arrivando e poi mi precipito in un angolo della piazza per apprezzarne la vista, questo è il premio più bello che mi potessi aspettare.